Irena Zarić, un nome ricordato, nostalgia, una donna carismatica dagli occhi grandi e vivaci, che ha sempre un sorriso e una gioia inesauribile e l’ottimismo che si prova sempre quando qualcuno le è accanto. E quando non lo è. Si irradia, attraverso immagini e registrazioni solo al pronunciare del suo nome. Realizzata,felice, ma lontano da noi.
Ho suggerito alla signora Irena Zaric di rispondere ad alcune domande per Magazine Pravo U Metu. Dopo la prima domanda, guardando la risposta non tanto breve, ho detto: continua, non ti verrà tolto nulla, nulla verrà corretto e il titolo deve essere: Guerra e pace di Irena Zaric. Ha subito accettato, dicendo: “Quella sono io!”
Laura Miletić
Sono nata a Belgrado, ma la mia famiglia (dalla parte di mia madre) veniva dalla Vojvodina, mentre dalla parte di mio padre, il suo padre, (mio nonno),originario di Pozarevac, andò a Sarajevo come ufficiale e la incontrò mia nonna, una bellissima donna dai capelli rossi di Prijedor, e solo successivamente tutti si trasferirono a Belgrado … La mamma è venuta da Novi Sad a Belgrado per studiare medicina dove ha incontrato mio papà … Il mio bisnonno era un guardaboschi nella proprietà della famiglia Dundjerski e quando mia madre ha deciso di studiare a Belgrado, il mio bisnonno è venuto nel centro di Belgrado con un vaso pieno d’oro e ha comprato a mia madre un appartamento a Terazije. Deka (il papà di mamma) aveva una fabbrica di mattoni a Novi Sad (la cosiddetta fornace) ,dove oggi c’e’ la Fiera … La nonna aveva una sartoria dove lavoravano 9-10 ragazze, dove venivano cuciti gli abiti da ballo più belli … Siccome la mia mamma era la figlia unica ,la nonna e nonno hanno deciso di trasferirsi a Belgrado per poter seguirla ed aiutarla…. Mamma e papà si sono conosciuti alla Facolta’ di medicina a Belgrado e si sono innamorati perdutamente … Dato che mamma e papà erano medici, entrambi dedicati al loro lavoro e lavoravano giorno e notte, sono cresciuta con i miei nonni in una bella casa a Dedinje che hanno comprato quando si sono trasferiti a Belgrado … Circondata da amore, natura meravigliosa, libertà di crescere e formare la mia personalità, nascosta in sicurezza spensierata, fin dalla prima infanzia ho avuto la fortuna di abbracciare la vita e godermi tutta la sua maestosità, come una principessa in un bellissimo castello di felicità, amore e bellezza . La nonna-nana, come io la chiamavo, era molto severa nella mia educazione, quindi dovevo esercitarmi a camminare con un libro sopra la testa per avere una postura corretta mentre camminavo, o a tenere un lungo righello lungo la schiena durante un pasto,per non curvarmi la schiena … Nana cantava nel coro della chiesa,e la mattina mi svegliava con la sua voce da dolce soprano …mamma suonava il piano e la chitarra e allenava la voce, ma non ha continuato, e papà suonava violino e fisarmonica e cantava le più belle canzoni chiamate”sevdalinka “…
E come una normale continuazione di tutto ciò, da bambina avevo lezioni private di pianoforte e sotto l’occhio vigile della mia famiglia, cercavo di realizzare ciò che ci si aspettava da me, il tutto con un fiocco tra i capelli, un righello lungo la schiena e un libro in testa … ma ahime’ … Il mio professore di pianoforte era il pianista Aleksandar Toškov, la cui madre era una cantante lirica … e poiché preferivo cantare durante le lezioni di pianoforte piuttosto che esercitarmi con gli studi e le scale, il prof. Aleksandar ha suggerito alla mia famiglia che sua madre mi ascoltasse … e così mi ha portato da lei, e la meravigliosa signora mi ha sentito e ha detto alla mia famiglia che avevo una bella voce e che secondo lei avrei dovuto istruirla . Dato che sono stata un grande turbine sin da bambina, non vedevo l’ora di non dovermi sedere e praticare il pianoforte per ore, ma potevo cantare in piedi e gesticolare, e il mio caro professore poteva seguirmi al pianoforte …
Nella nostra grande casa c’erano sempre tanti ospiti, parenti e amici… nel soggiorno c’era un lungo tavolo pieno di specialità della cucina di mia nonna- nana , il nonno aveva la parola principale seduto a capotavolo e una grande TV al centro della stanza…. sul programma Djordje Marjanovic e Olivera Vuco…. Io piccola, più bassa del tavolo, ma con una voce forte (più forte di quella di mio nonno), sto davanti alla TV e canto “A volte alle 8” o “Non ti voglio, io non ti voglio”, ballo,canto e imito i miei idoli Djordje e Olivera…. ovviamente il nonno e il mormorio degli ospiti si azzitisce…alla fine chi poteva opporsi a un turbine con una sirena incorporata, hehe … Probabilmente anche crescere in un grande cortile pieno di fiori e frutti ,ha contribuito alla mia esplosiva energia ….in cortile c’erano anche un’altalena e un dondolo ,dove fin dal primo mattino eseguivo ogni sorta di acrobazie, cantando ad alta voce e svegliando tutti i vicini …
In qualche modo, tutta la mia vita è accompagnata da una contraddizione, da un lato l’amore per tutto ciò che e’ misurato ,classico, la musica in primis, la pittura, le rappresentazioni teatrali, gli abiti da ballo, i castelli, i musei, le carrozze, la letteratura e l’architettura, e dall’altro l’amore per la tecnologia moderna, lunghi viaggi, moda, auto veloci e motociclette, socializzazione con la musica e strumenti tradizionali tipo “tamburelli”, fisarmoniche e canzoni popolari(“sevdalinka, “), chitarra e le melodie nostalgiche rom, ballo nelle discoteche più famose del mondo, i musical a Broadway e burlesque a Parigi … Contemporaneamente andavo al liceo classico, adoravo la chimica e passavo ore in laboratorio con formule e provette, per poi continuare la seconda parte della giornata nel Conservatorio di musica-Mokranjac (classe della prof.ssa Mirjana Vlaovic), assorbendo ogni nota, ogni suono, imparando, esercitandomi,provando la voce, uno strumento donatomi da Dio, cercando di estrarre tutta la bellezza da quel dono, per guadagnare sicurezza, godendo di quel meraviglioso mondo magico di suoni provenienti dalle magnifiche opere di grandiosi compositori e sentendomi sempre così piccola, insignificante e ignorante di fronte a quella magnifica magia chiamata musica.
Ho dovuto dimenticare la chimica, perché i vapori durante gli esperimenti non andavano d’accordo con l’insegnamento del canto … E così mi sono iscritta alla Facoltà di Filologia nel Dipartimento di Lingua e Letteratura Spagnola, oltre che di Inglese e paralelamente all’Accademia di Musica nella sezione di Canto Solista nella classe della Prof. Biserka Cvejić… Lo studio delle lingue era facile per me, ed anche leggere e analizzare i libri (dato che mia madre studiava letteratura mondiale insieme alla medicina), quindi la nostra biblioteca di casa era piena di libri che mi hanno sempre attratto, e la lettura mi dava pace e stabilità al mio temperamento acceso … ho superato tutti gli esami in tempo e ho raggiunto tre esami pre-laurea presso la Facoltà di Filologia nel dipartimento di lingua spagnola per la traduzione simultanea… Parallelamente percoreva il mio percorso artistico per imparare a cantare e maturare come musicista … all’età di 21-22 anni con vari premi nazionali ,mi sono candidata per l’audizione al Teatro Nazionale di Belgrado… a quel tempo il direttore dell’Opera era Konstantin Vinaver, e il direttore del Teatro era Veca Lukic, due grandi conoscitori del proprio lavoro, dell’arte e degli artisti … sono stata accettata per iniziare con ruoli minori…cosi’ ho iniziato il mio lungo viaggio nel mondo delle meraviglie con il ruolo di Emilia nell’opera Otello….
Per tutta la vita ho amato studiare e imparare qualcosa di nuovo ogni giorno e ogni momento, quindi insieme alle recite che cantavo al Teatro Nazionale, ho continuato a studiare la filologia (dove ho una media di 9,7 ) ed ero sempre nelle prime file nelle lezioni e negli esercizi di traduzione simultanea … così dalla mattina presto con le cuffie alle orecchie traducevo ad alta voce i diari e le notizie della radio e della televisione spagnola, paralelamente frequentando i corsi ed esercizi all’Accademia, facevo le lezioni di canto, e la sera cantavo i spettacoli al Teatro… E poi c’è stata una grande svolta e la decisione, quando il professore di Filologia che tra altro mi stimava, mi ha detto davanti a tutti i colleghi: “Cara studente ,vedo che la sua carriera di cantante lirica sta facendo dei bei passi avanti….ma … non puo avere un marito e un amante contemporaneamente in pubblico per sempre….Penso che dovra’ decidere !!! ”E così decisi e continuai a cantare, convinta che un giorno sarei ancora riuscita a“ finire ”in qualche modo con il mio amante,cioè con la traduzione, ma il marito – l’opera ha vinto ancora!…. Tutto era musica, tutto era un sogno….
Sono entrata nel Teatro Nazionale come in un percorso completamente naturale del mio fiume artistico. Tutto andava liscio e in modo logico, da un ruolo all’altro la mia arte si nutriva con la polvere di stelle del palcoscenico del teatro. Al mattino, ginnastica nelle sale per le prove del balletto del teatro, la doccia e poi le prove per le recite….il desiderio di migliorare, le prove, l’apprendimento dei ruoli, l’ascolto di varie esibizioni . I ruoli si susseguirono… Emilia in Otello, Lola in Cavalleria rusticana, Italiana in Console di Menotti, Cherubino -Le nozze di Figaro, Mercedes in Carmen, Rosina in Barbiere di Siviglia, Fenena in Nabucco, Carmen in Carmen (haha, questo sembra come caffè tre in uno)…. Come spesso mi piace ripetere, penso che la voce e il talento che vengano da Dio, sono solo il punto di partenza di un lungo viaggio chiamato carriera … la giovinezza e la freschezza sono di per sé fluide, succose, allo stesso tempo ariose, così come un fenomeno magico chiamato voce. Ma affinché quella freschezza, succosità, ma anche quella sana sicurezza durino nel tempo, è necessario dedicarsi all’apprendimento, alla pratica, al nutrimento della mente e del corpo. ma soprattutto nell’esplorare le proprie possibilità. Solo in questo modo l’artista riesce a trasferire le emozioni più sottili dal cuore e dall’anima direttamente ai cuori e all’anima del pubblico. Come ho già accennato, adoro la vita e ad essa mi sono sempre arresa con tutto il mio essere, ma la rinuncia è necessaria per il canto lirico. Miracolosamente, quella rinuncia non è mai caduta duramente su di me ,perché quando c’è un obiettivo, alcune cose rimangono in secondo piano. Dopotutto, non mi sembra affatto di aver rinunciato a qualcosa, perché ho potuto rimediare a tutto quando è arrivato il momento giusto e il posto giusto …
Durante la preparazione della prima (che di solito dura un mese o più), non mi pesava la solitudine, perché c’è la concentrazione della mente verso la migliore realizzazione possibile del ruolo… forse i momenti più difficili per me erano dopo spettacolo di successo, dopo che molte persone volevano donarmi un mazzo di fiori, o chiedermi un autografo, andavo in una camera d’albergo piena di bellissimi fiori e ancora piena di adrenalina e di varie emozioni dallo spettacolo quasi finito, mi venivano sentimenti di vuoti pesanti e di solitudine…. ma è tutta una questione di adattamento che è molto importante in questo lavoro….
Siccome la profesoressa Biserka Cvejić conosceva la mia natura vivace, mi programmava le lezioni di canto all’Accademia alle 7 del mattino … All’inizio ho protestato, ma poi mi sono abituata,e mi ha aiutato molto nella mia carriera …non è mai stato difficile per me andare alle prove e cantare anche dopo 15 ore di volo da continente al continente. Parallelamente alla mia crescita al Teatro Nazionale, ho fatto vari viaggi, concorsi e audizioni in giro per l’Europa. Così ho ottenuto il mio secondo gran premio a Tolosa, in Francia, e con questo premio anche il mio primo bel premio in denaro.
Professoressa Biserka sapeva metterci noi studenti nella sua grande Mercedes e ci portava a Vienna per sentire gli spettacoli nel Teatro di Staatsoper, cosa molto utile e divertente allo stesso tempo…. Con la professoressa Biserka, noi studenti abbiamo acquisito una base tecnica e artistica sicura e solida con la quale avremmo potuto volare nel mondo da soli, e le sono infinitamente grata per questo….
Durante i miei viaggi, ho avuto l’opportunità di ascoltare cantanti di tutto il mondo. Una cosa è ascoltare cantanti già affermati sui grandi palcoscenici, un’altra è ascoltare e confrontarsi con cantanti della stessa età e conoscenza del canto. Imparare dai tuoi stessi successi cosi’ come dai sbagli, ma anche dai successi ed errori degli altri… è stata tutta una grande scuola ed esperienza, ed io sono infinitamente grata alla mia famiglia che mi e’ sempre venuta incontro cosi’ come alla direzione dell’opera che sempre mi ha dato la possibilità di accordo per le date delle recite…
Insieme all’opera, svolgevo concerti di opere dei compositori russi, francesi, spagnoli, italiani e nazionali e ho viaggiato in tutta l’ex Jugoslavia … Sono stata l’ospite fisso del Teatro Croato di Zagabria e ho fatto un lungo tour in Russia con loro (Kiev, Mosca e San Pietroburgo), con il ruolo di Fenena nell’opera Nabucco…. Tutti questi viaggi in giro per l’Europa non mi erano sconosciuti, perché ho avuto il privilegio di viaggiare gia’ dalla giovane eta’, con mia madre in tutte le città d’Europa, andare nei teatri e nelle sale da concerto e ascoltare e guardare gli spettacoli di opera e balletto … Anche se ho radici profonde nella mia patria, per me il mondo era sempre piccolo, e portavo la casa in una valigia: l’icona di Santa protetrice Petka, le foto dei miei cari, un bel libro e l’amore infinito per il pubblico con cui volevo condividere ciò che mi era stato donato. Per me non ci sono mai stati ruoli piccoli e grandi … ho accettato solo quelli per i quali ero sicura di poter dare il massimo e che, per quanto mi riguardava, lo avrei fatto nel migliore dei modi, perché sono convinta che la quantità nel numero dei ruoli non sia importante ,ma solo la qualità. E per quanto per natura,sia sempre pronta a scherzare e ridere, quando si tratta di lavoro, sono una vero strega e non sopporto l’impreparazione nel lavoro. Prima dello spettacolo sono molto nervosa, ma non appena salgo sul palco con il piede destro, la paura sparisce,il mondo reale si ferma ,e inizia la fiaba dell’arte più bella … Penso che solo il palcoscenico mi abbia dato quella sicurezza e determinazione, perché nella mia vita privata spesso mi blocco,sono indecisa e insicura, quindi so pensare giorno e notte ma alla fine non ho di nuovo la soluzione giusta … Penso che una vita non sia sufficente per imparare tutto sul canto,perché è uno strumento molto complicato, fatto di sangue, carne ed emozioni … anche adesso, dopo tanti anni passati sul palco, imparando e lavorando, penso che avrei ancora tanto da imparare e scoprire.
Noi artisti siamo ancora così piccoli rispetto alle opere eterne che ci sono state lasciate dai compositori insuperabili…
Nel frattempo, ho trascorso l’estate in Italia (Siena), nella scuola per la lingua italiana per i stranieri con una borsa di studio che ho vinto al Concorso dei studenti del conservatorio a Belgrado, e la seconda estate a Madrid, nella Scuola per la lingua spagnola… Al Teatro di Bilbao, nel nord della Spagna, hanno messo in programma la recita Cosi fan tutte di Mozart ed io ho ottenuto il ruolo di Dorabella, che ho dovuto preparare entro 20 giorni … 300 pagine di recitativi, duetti, ansambli … di notte nel sonno mi inseguivano le note di Mozart ,ma sono riuscita a imparare quell’interessante ruolo e da quel momento sono iniziati i miei tre anni di canto nei Teatri in Spagna. Da Bilbao, Pamplona, Barcellona, attraverso Tenerife, a Palma di Mallorca… A differenza della Svizzera, dove le prove iniziavano alle 9 del mattino (ho cantato Siebel in Faust-Gounod), in Spagna le prove iniziavano al mezzogiorno e le recite alle 22:00 . Mio manager di Madrid mi suggerì di cantare Carmen in Venezuela, così ho volato attraverso l’oceano per la prima volta e ho iniziato la mia avventura artistica e di vita dall’altra parte dell’oceano… Mentre cantavo in Venezuela per due mesi, ho deciso di fare una pausa per volare a New York e conoscere questa città insolita … questo è stato amore a prima vista e molto rapidamente il mio marito d’allora ed io ,abbiamo deciso di acquistare un appartamento a Broadway e di fare la nostra dolce casa la’…
Dio, intanto, mi ha fatto il regalo più bello,la mia figlia unica,mia Alessandra, la prima, piu’ magnifica della mia vita … New York mi ha abbracciata e accettata come la sua migliore amica e mi ha regalato degli anni bellissimi di sogno avverato… Quando i figli sono piccolini è molto più facile viaggiare e organizzarsi… abbiamo viaggiato dal Giappone, Brasile, Australia, tutta l’America, Sud e Nord, Canada, in Europa, sia per le mie sia per le recite del mio ex marito. Quando io e mia figlia viaggiavamo da sole, la portavo con me al teatro dove avevo le recite….a volte avevamo una babysitter che veniva con noi, a volte le signore che mi aiutavano a vestirmi i costumi, si prendevano cura di lei, oppure lei rimaneva nella stanza di trucco mentre io cantavo sul palco…. tutti l’adoravano e la lasciavano giocare con le ciprie, rossetti e blush … quando è cresciuta credo che questo aveva l’influenza nella scelta del suo percorso di vita….
La maternità mi ha reso una persona migliore…. Ho aspettato nove mesi per incontrare quel piccolo essere, che era una parte di me e del mio corpo, e quando è arrivata in questo mondo è diventata il centro del mio essere! All’improvviso scopri che non sei tu quella persona più importante per te stessa…Sono uscita dal castello di vetro dove sono cresciuta nascosta e protetta,e dove mi sono goduta la mia meravigliosa infanzia e giovinezza, e con la maternità sono diventata una donna forte che ha scoperto quanta forza, pazienza e amore ha dentro di se… ha rivelato quelle sfumature più sottili di sentimenti di amore disinteressato e assoluto…. Sono infinitamente grata alla mia Alessandra, perché mi ha reso una persona migliore, più forte, più saggia e più versatile!
Ci tengo a precisare che non ho lasciato il mio Paese per uscire nel mondo, perché lì non stavo bene … anzi, a quel tempo avevo tutti i privilegi, ero nel primo gruppo di solisti con un discreto stipendio per quel tempo, con concerti e recite in tutta l’ex Jugoslavia , con meravigliose condizioni private, ma pur sempre con una voglia primordiale di esplorare e conoscere il mondo che mi è sempre stato stretto e che ho calpestato e scoperto con i passi di Gulliver … Mia madre Vera, che ha investito tutta la sua vita in me e per il mio studio, i primi anni dei miei viaggi per cantare le recite fuori dal nostro paese, veniva insieme con me…cosi potevamo goderci il sogno insieme, ma, sfortunatamente, lei si è ammalata gravemente e abbiamo dovuto accettare il fatto che io sarei stata lontano da qualche parte,lì sui palcoscenico, dove lei stessa voleva che io stessi…
Penso che il momento più difficile per me sia stato il 1999. quando ho cantato Bersy nell’opera Andrea Chenier al Teatro di Baltimora, una città molto vicina a Washington … e mentre aspettavo di salire sul palco, mi è venuta la notizia che da quella Washington era stato inviato un ordine di bombardare la mia Belgrado , dove mia mamma giaceva malata a letto … sento la voce del regista che mi chiama per salire sul palco … mi sento come se avessi il piombo nelle gambe e come in un incubo, non riesco a camminare … Una voce dall’altoparlante dice il mio nome in preda al panico … e io non so se uscire e iniziare a “sputare” sul pubblico che appartiene alle persone che stanno letteralmente distrugendo la mia gente, mia madre, il mio paese, i miei amici, o fermare lo spettacolo e fare uno scandalo….. di colpo attraverso i miei pensieri sento mia madre sussurrarmi che non è colpa del pubblico…. sono lì per la tua arte e la tua voce … e poi sento quell’io che non conoscevo fino ad allora e che tutti conosciamo in quei momenti, “vai e mostra a tutti quale potente arma ha una piccolo artista di quel piccolo ma coraggioso paese “… Si…. la voce era la mia arma più forte ed è stata la scelta giusta… Sono uscita e ho cantato quel ruolo non così grande, ma molto impegnativo, e alla fine dello spettacolo ho ricevuto un bellissimo applauso! Ero così orgogliosa! Non ho mai cambiato il mio cognome e lo presentavo sempre con orgoglio, sebbene il mio primo marito fosse un tenore famoso, e il secondo con, nel mondo della musica, un cognome molto importante Corelli. Forse avrei potuto avere più successo se avessi cambiato il mio cognome, ma mi sarebbe sempre sembrato che fosse qualcuno diverso da me… In qualche modo le mie radici sono profondamente radicate nel mio essere e nella mia personalità…
Ho scelto la strada piu’ dificile di un artista freelance , con grandi opportunità di avanzamento migliore e ovviamente migliori guadagni, rispetto a scegliere un impegno permanente in uno dei teatri d’opera tedeschi, ma allo stesso tempo era meno sicuro e con un futuro incerto…. In ogni caso, l’America mi ha dato una grande opportunità per migliorare e lavorare con grandi nomi come Renata Scotto, Licia Albanese, Marianna Christos … Andavo alle lezioni in un appartamento sulla 57esima strada di Franco Corelli e sua moglie Loretta, con la quale avevo un raporto di amicizia e tante volte andavamo a sentire i spettacoli al Metropolitan Opera. Pavarotti aveva un appartamento nel quartiere nelle nostre vicinanze,e quando veniva a New York per cantare, siamo andati a casa sua per parlare di canto. Il fratello del mio ex marito dirigeva i concerti di tre tenori, quindi è stato tutto spontaneo e normale…. poi ci dava i biglietti per la prima fila, e quando lasciava New York ci lasciava ogni sorta di prelibatezze e specialità che portava dall’Italia. Era un artista meraviglioso e un grande uomo.
Placido Domingo ha battezzato Alessandra nella chiesa accanto al Lincoln Center…. Quando il sogno americano e’ svanito brutalmente per motivi privati di cui non vorrei parlare qui, perché non è appropriato, e voglio ricordare solo le cose belle di quel periodo, mi sono trasferita in Italia, dove vivo ancora … in Italia ho cantato Maddalena – Rigoletto, Amico Fritz, Carmen – Carmen, Mozart Requiem, tanti concerti diversi, e ho registrato opera Olimpiadi – Pergolesi (il ruolo di Alcandro) con la casa di produzione Arcadia … Il canto è una grande gioia, divertimento, il privilegio di un artista di esprimere i suoi sentimenti più sottili, di soffrire, di amare, di essere arrabbiato e pazzo sul palco, di fare un lavoro che adora immensamente e di godere in quel lavoro e allo stesso tempo di guadagnare per una bella vita…
Direi che il ruolo di Carmen, che ho cantato tante volte in giro per il mondo, mi ha reso tutto questo possibile … Amo la sua complessità che spesso si riduce ad alcuni dei suoi tratti, mentre lei è, appunto, una personalita’ molto complicata e completa … Per questo ruolo ,Dio mi ha donato bellezza di donna e la voce ma per tutta la sua integrità, ho cercato io stessa di scoprirla, sentirla e trasmetterla al pubblico che spesso mi premiava, mi amava e mi ringraziava con lunghi applausi … in quei momenti di gloria, ho voluto scendere in mezzo al pubblico e a tutte quelle care persone, per abbracciarle fortemente uno ad uno e ringraziarle, cosa che a volte e molto volentieri ho fatto dopo le recite.. dopotutto, l’artista vive, lavora e crea per quegli applausi! In questo momento, gli abbracci ci sono vietati e non vedo l’ora che il mondo torni ad essere anima vicina con anima e corpo al corpo in un abbraccio dolce e forte così necessario e primordiale!
Ho vissuto a vele piene, ho viaggiato sui aerei, yacht, limousine, camion, motociclette, veicoli dal sud al nord dell’America e dell’Europa, con volante sul lato destro e sinistro del veicolo, ho amato, ho goduto, ho sofferto, ho pianto, ho vissuto la vita dei miei personaggi di scena e dei miei vari propri personaggi , ho fatto amicizia con tutte le razze, colori della pelle e costumi, ho dato e ho preso, ho rispettato e disprezzato, ho fantasticato, voluto, ricevuto, sognato, combattuto e riconciliato, ma sono sempre rimasta coerente con me stessa e con il mio cuore…. Viva artisti e arte in tutte le sue forme… nella musica, nel movimento, nelle parole, nella pittura! Lunga vita all’amore!
E poi arriva il momento in cui si arriva in certa eta’ e quando uno mette sulla bilancia ciò che lo rende veramente appagato e felice … Soprattutto se ha una vita così intensa alle spalle …
Quando sono arrivata per la prima volta a Nizza, avevo poco più di 20 anni, per cantare Lola alla Cavalleria Rusticana, mentre un taxi mi portava dall’aeroporto all’hotel, percorrendo la passeggiata sul mare splendidamente illuminata, ho pensato, ecco cosa voglio dalla vita … poi la Costa Azzurra in seguito è diventata un luogo dove avevo un appartamento (a Montecarlo) e dove andavo per qualche giorno al mare, o in qualche ristorante preferito … Quando per la prima volta, dopo lo spettacolo in Venezuela, mi hanno portato in limousine a un ricevimento alla magnifica villa di uno dei loro personaggi piu ricchi ,dove servivano aragosta, caviale e champagne ,vicino all’enorme piscina illuminata, mi sembrava che tutto fosse come un sogno….ma dopo era quasi normale per me essere guidata in un limousine dall’hotel alle prove e agli spettacoli , (la cosa molto comune in America), e l’aragosta con la bistecca divenne un pasto tipicamente americano,che io e Alessandra avevamo l’abitudine di ordinare al nostro ristorante preferito a Times Square a New York …
Quindi, nel tempo, ti rendi conto che tutto è relativo, e alcune piccole cose diventano di grande importanza…. una passeggiata in autunno con fruscii delle foglie cadute e profumi inebrianti della natura, profumo di caffè nell’autogrill in autostrada (in mezzo a una pandemia quando tutti i bar e ristoranti sono chiusi in città), la freschezza del vino bianco frizzante al tramonto, guardando l’orizzonte blu sopra il lago addormentato (come canta Zvonko Bogdan: “… e da qualche parte guarderai in lontananza e sempre di piu’ cercherai il silenzio…”), gli occhi chiusi mentre ascolti l’intermezzo preferito dell’opera Manon Lescaut di Pucini … E poi ringrazi il cielo, Dio e tutti i santi che la vita ti ha fatto il dono più bello, il tuo figlio, il sangue del tuo sangue e il corpo del tuo corpo … E ammetto che niente è più importante per me della salute della mia Alessandra, della sua felicità e il suo benessere, e il dono più grande per me è il suo caldo abbraccio … il mio più grande successo, il mio più grande applauso, il mio più grande orgoglio e la mia prima e il spettacolo più bello! E quando oggi la vedo come una persona bella, brava e realizzata, il mio cuore è colmo della più grande felicità e orgoglio! Come incorreggibile ottimista e positivista, mi godo ancora il dono inestimabile chiamato Vita!
E prego che le nostre vite tornino alla normalità e che cantando, recitando,suonando ,ballando cominciamo di nuovo a soccializzare liberamente insieme nel palcoscenico e nella vita privata… La vita è il godimento del passato, del presente e del futuro! E tutto quello siamo noi, e tutto quello e’ solo un momento!
(Continuerá)
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